Composizione del 2015 la cui partitura aveva lo scopo primario di generare durante il suo decorso, in sinergia con MAXMSP (il sofwtare di elaborazione di segnale) , il texture di un brano che raccontava con l’azione pianistica, una probabile dissoluzione o riproposizione della stessa azione performativa, alla luce di un nuovo attore protagonista: un duo essenzialmente e drammaticamente riemerso dalle ceneri del pianismo Bouleziano, un nuovo ripensamento del modo di fare musica contemporanea : Pianoforte ed elettronica live;……..ma quello score del tutto inutile in quanto non viene innestato nel contesto dovuto, sembra rivendicare comunque la sua origine compositiva e la sua individuale necessità performativa, ribadendo la sua naturale creazione e la modalità in cui possa esercitare il suo decorso sonoro. Il modo automatico è la proposta narrativa dell’autore, creando attraverso dei software, dei layer sovrapposti per imitare l’azione pianistica nei dettagli; in effetti non siamo in un momento storico che sembra richiamare un ciclo vichiano, dove ricorriamo quei momenti in cui il musicista usava una scheda perforata all’interno di uno strumento acustico come il pianoforte (autopiano)? Erano appena gli anni ’20 del secolo scorso.
____________________________________________________________________________
Il brano PAMEGEO si snoda con l’evocazione di tre divinità antiche che dominavano l’Egeo di un tempo remoto: Acqua rappresentata dalle chitarre – Terra dal mandolino e Aria dal flauto traverso. Una preghiera, un sussulto, un canto, un monito si erge attraverso il decorso sonoro della composizione e ci attenta a riflettere e a considerare la modalità con la quale salvaguardare le radici culturali elleniche che sono i pilastri fondamentali della moderna cultura europea.
____________________________________________________________________________
Ripubblico una mia composizione di gusto popolare che ripropone le radici sonore della mia amata terra di origine. Il motivo sostanziale è quello di aver migliorato l’aspetto sonoro e messo in risalto a livello iconografico la dualità della tradizione folclorica del distretto culturale rappresentato: il sacro ed il profano, sperando che nessuno dei due aspetti culturali possa prendere il sopravvento l’uno su l’altro. Sembra l’equilibro di questi due fattori estetici a dare l’impulso determinante a questo tipo di celebrazione, anche se l’aspetto sacro, a parer mio debba sempre prevalere a livello cognitivo, su quello profano. In ultimo va chiarito che il testo sonoro non tende a ricomporre la tradizione ma tutt’altro: il continuo pitch-shaving dell’arco sonoro racconterebbe le possibili dualità, “la quantizzazione di un decorso compositivo microtonale ricco di possibilità intervallari”(S. Sciarrino) Anche la parte descrittiva prodotta nel 2021 viene ripubblicata di seguito ____ Mamma de Galline mie Sullo sfondo si inserisce in assolvenza, la pulsazione base di una tammuriata eseguita con il tamburo a cornice. Riecheggia tutta la vitalità di un popolo che racconta una storia, una tradizione, una devozione millenaria alla Terra Madre. Al centro della scena riverbera il canto di un flauto antico, fatto di pietra, in alabastro. Un flauto di fattura osco-umbra sul quale viene esercitato un arco melodico di un’escursione sonora in modalità greco-romana, per cui sembrano rinnovarsi l’uso di armonie lidie proprie dei ditirambi nelle manifestazioni dionisiache. Vi è una variante, un intento spirituale sincretico di traslare le esperienze estetiche in altri ambiti ecologici, in certi modi ecclesiastici medievali; cioè in quelle sonorità tipicamente festose della cultura religiosa sacra e profana medievale. Infatti, durante l’esecuzione delle sequenze melodiche, il musicista cerca di innestare vari stadi di modalità attingendo a brevi passaggi o fraseggi in misolidio oppure chiusure melodiche con l’uso di scale modali pentafoniche. Frequenti sono l’uso di abbellimenti, glissati, ghost notes, quarti di tono, suoni soffiati, colpi di dita ecc.; cioè articolazioni proprie della musica contemporanea che, prendendo a prestito la tipicità del bagaglio sonoro della musica popolare, cerca nella stilizzazione del linguaggio, dei contatti: tenta di trovare degli interlocutori e di rinnovare il gusto per ciò che riguarda il sacro. Nei diversi tentativi di miscelazione dei vari linguaggi, tra modi, generi a quant’altro (insomma dai vari codici decontestualizzati e ricontestualizzanti), c’è nell’esecutore/compositore la volontà di ascendere…… dall’armonia lidia verso una sorta di ionico depurato con una repercussio finale del tritus, quasi a sostenere l’attesa per quel nuovo e risorto linguaggio del sacro 11.04.2021. Dedicato a mio cugino Carmine. Che Dio lo abbia in gloria. Alleluia!!!
____________________________________________________________________________
In questa composizione “Oggetto Goccia” inserisco una serie di oggetti sonori man mano creando un decorso musicale che svolgo nell’attività performativa. Oltre ad estrarre l’oggetto sonoro dalla realtà, sembra importante generare un processo attorno ad esso. Qui mi collego a Steve Reich, il quale afferma che un brano musicale sia letteralmente un processo che avviene nel tempo con gradualità. Questo si riferisce naturalmente a tutta le sue scelte musicali. “La cosa distintiva circa i processi musicali, dice Reich, che essi determinano i dettagli da nota a nota, da suono a suono e generalmente costruiscono simultaneamente la forma”. Due cose sono importanti: la prima è che il processo deve essere capace di essere udito come avviene. Il secondo aspetto importante è che il processo deve avvenire molto lentamente e molto gradualmente in modo che la propria attenzione si richiama al processo stesso e l’inevitabilità della sua gradualità. Dunque in questo brano ci sono due elementi fondamentali: il gusto per l’oggetto sonoro e il decorso di un processo, che crea e riempie uno spazio acustico.
Il brano è formato:
- oggetto goccia che è una traccia in loop letta da un player di cui controllo la velocità di riproduzione attraverso tastiera. La traccia va anche d una linea di ritardo.
- Un Oggetto click generato da un oscillatore che invio ad un sequenza temporale, ad una linea di ritardo con diversi preset.
- Oggetto vento generato da un rumore bianco e processato da un filtro risuonatore in cui controllo il range frequenziale, il gain e il Q tramite tastiera.
- Modulo TX81z della Yamaha che utilizzo dal vivo per generare una serie di cluster improvvisati in varie regioni delle spettro frequenziale selezionando il Banco D09 dal nome “Spc Midiot” gestito tramite tastiera/controller midi.
L’esecuzione del brano consiste nell’introdurre man mano gli oggetti e manipolarli in vario modo con diversi decorsi, arrivando ad un pieno esecutivo, ossia ad un grado massimo di eterofonia, ripulendo man mano la scena sonora per ritornare al semplice decorso dell’oggetto goccia, rallentandone la lettura del campione al grado massimo possibile.
____________________________________________________________________________
Il brano è tratto dalla mia composizione “Music On Demand” 2016 (Computo Ergo Sum) ed è il quinto brano che viene proposto all’ascoltatore nella possibile cernita. L’esecuzione del brano consiste nell’imitare attraverso lo strumento scelto dall’ ”On Demand”, l’excursus ritmico/melodico che si presenta durante il decorso sonoro della composizione, arrivando ad un’ apice di velocità destrutturata che atrofizza e blocca ogni possibile rinvio imitativo. Infine si ritorna possibilmente all’inizio sfumando man mano il volume sonoro (fade out). Il brano ha un il costrutto ritmico cadenzato da una precisa linea di ritardo, il pieno sonoro che si raggiunge sul piano agogico e non eterofonico, ci conduce verso una particolare esperienza compositiva propria a cavallo tra anni settanta ed ottanta. La FFT usata in una patch nel brano, è un algoritmo ottimizzato per calcolare la trasformata discreta di Fourier (DFT è la sua inversa) ed utilizzata in una grande varietà di applicazioni, dall’ elaborazione di segnali digitali alla soluzione di equazioni differenziali alle derivate parziali, agli algoritmi per moltiplicare numeri interi di grandi dimensioni grazie al suo basso costo computazionale. Questo processo è nato tra gli anni ‘70 e ‘80 e ha generato nuove timbriche e nuovi decorsi sonori.
____________________________________________________________________________
Il brano n.7 di Music on Demand” ha per nome “KARPLUS STRONG VS ELETTRIC GUITAR(BASS)” Infatti esso è basato sull’algoritmo di Karplu strong usato nel campo dell’acustica per manipolare una forma d’onda attraverso una linea di delay con dei filtri per simulare suoni di corde suonato con il plettro (chitarra) o soggette a percussione (pianoforte). È una tecnica di sintesi sottrattiva basata sulla retroazione (feedback loop) simile a quella di un filtro comb. Bisogna generare una breve forma d’onda di eccitazione. Questa eccitazione è portata in output e simultaneamente in retroazione in una catena di ritardi (delay line) lunga L campioni. L’uscita della catena di ritardi è portata ad un filtro. Il guadagno del filtro deve essere minore di 1 a tutte le frequenze. Di solito si tratta di un filtro passa basso del primo ordine. L’output filtrato è simultaneamente mixato in output e in retroazione nella catena dei ritardi. Il brano ha questo tipo di programmazione algoritmica: il segnale rand è portato alla linea di ritardo e poi successivamente ad un filtro onepole. Sia il segnale rand e il filtro passa basso sono modificati in frequenza in modo continuo da sequenze numeriche. Alla fine della linea di ritardo (tap-out) è indirizzato un’ altro segnale che si genera da una serie di eventi midi, convertiti in frequenze, che realizzano una linea melodica randomica interessante. Questa linea viene indirizzata ad una linea di ritardo formata da due filtri allpass in serie, e poi ad uno oggetto che ha il compito di degradare il segnale con processo di sotto-campionamento. Successivamente il risultato viene equilibrato nella sonorità dai due filtri Biquad, uno passa alto e uno risuonatore. Questo tipo di componimento sembra quasi una sfida sonora tra uno strumento elettrico ed una linea melodica elettronica. Una competizione che vuole, sinergicamente, ed in modo frattale, far emergere le caratteristiche sonore della musica a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta; in un vortice di eventi, di cui si mette in risalto la dimensione sfuggevole e sfuggente del mondo sonoro dell’epoca.
____________________________________________________________________________
“Passaggio di stati fisici di Psiche …in cerca di Eros”(Febbraio 2014) è stato la scoperta di un mondo nuovo. Come il pittore ha montato la tela sul cavalletto e poi su quella tela ha spruzzato le tinte che gli interessavano, e da lì è partito il lavoro di costruzione dell’immagine da imprimere nel quadro, così ho posto gli eventi minimi (impulsi) e quelli sintagmatici sull’area di lavoro ed ho iniziato a comporre, cercando di creare delle figure sonore che poi alla fine si sono manifestate al mio orecchio, così particolari tali che li ho riconosciute solo dopo diversi giorni intensi di lavoro. Non sapevo che cosa stavo facendo e dove volevo andare, ma ben presto il mio intuito mi ha guidato verso una traccia che aveva un suo peso e spessore: trasformare il materiale sonoro pian piano da denso a rarefatto, fino a liquefarlo per disintegrarlo nella più esile entità. Questa trasformazione mi ricordava i passaggi fisici dell’acqua. Anche il rumore bianco poteva passare tra diversi tanti stadi? Era un’idea, ma poi non avrebbe funzionato rispetto al materiale sonoro messo in campo. Ciò che provavo all’ascolto era quel dissidio interiore di ricerca affannosa che poteva essere appagata solo e soltanto attraverso la forza costante di una volontà perentoria messa in atto. In mio aiuto è sopraggiunto il mito greco di Psiche e ed Eros e attraverso una pista narrativa sono riuscito a mettere insieme tutti gli elementi che sembravano sconnessi, ma che hanno trovato il loro ordine formale. “ Il gesto narrativo interdisciplinare, evoca ciò che l’autore avrebbe evocato di per sé, ostacolando il pieno soggettivismo interpretativo rispetto al brano. Il racconto sonoro allora rappresenta una delle possibilità espressivo/narrativa, ma non l’unica. Ecco la storia, sintetizzata nelle note di sala del brano:
Racconto sonoro: Psiche, nella sua ricerca affannosa di Eros, sarà costretta a passare bruscamente dall’universo multidimensionale a quello tridimensionale, attraversando vari stati della materia per ricongiungersi finalmente con l’amato che risiede sulla soglia dell’orizzonte degli eventi. Un viaggio affannoso che ambisce il premio della ricongiunzione, intrapreso dalla parte più cosciente dell’essere, che con un atto di volontà assoluta e per opera del proprio libero arbitrio, lascia il mondo perfetto per transumare in essenza e vincere la dualità. Il pegno del gesto sarà la passione della metamorfosi : dal materiale all’ immateriale fino al infinito finito. Questo è il percorso dove i vari snodi narrativi vanno a coincidere con la parte formale compositiva del brano:
1 La parte cosciente dell’essere attraverserà il portale (Intro)
2 si fonderà con la materia (Parte Prima)
3 fino alle parti più infinite (Parte Seconda)
4 raggiungendo la dimensione quantistica fino a svanire in essa (CODA).
____________________________________________________________________________
Dialoghi D’Insieme, è uno studio sui linguaggi di eventi sonori elettronici e acustici, che interagiscono insieme per diverse dinamiche. E’ un tentativo di mettersi in relazione, comunicare, ironicamente, ma comunicare attraverso un linguaggio imitativo: io dico <<Eh>>; tu rispondi <<Eh>> ecc.. Poi il linguaggio diventa più complesso: io dico << Ehi tu dove vai?>> e tu rispondi:<< Ehi tu dove vai? >>; e poi <<parliamo insieme, ma ci comprendiamo?>>, Il linguaggio si complica ancora di più: è più elaborato, poetico, lirico, retorico. Ma poi gli eventi aforistici cominciano a frantumarsi in processo di rarefazione puntillistica, fino a divenire grani e miscelarsi vorticosamente uno sull’altro, sempre più compressi e caotici, per poi ricomporsi invertiti; ciò significa sostanzialmente nulla: gli eventi, gli insiemi sono sempre gli stessi anche se hanno cambiato forma, pensiero, natura sonora. Il dato di fatto è che stazionano lì, e non c’è volontà di comunicare: stanno insieme, parlano insieme, ma si ascoltano come avevano tentato all’inizio del brano? Nella composizione è insito un gesto sonoro, ed è quello di mettersi in ascolto e dire la propria al pubblico al nastro e il nastro al sax e il sax al suono elettronico e al pubblico, ecc. Questa volontà comunicativo/espressiva è contemplata dalla natura sonora di come si articolano e si avvicendano i suoni elettronici e i segni sulla partitura che continuamente rimandano al linguaggio fatto di imitazioni/variazioni e sviluppi sonoro/dinamici, raggruppamenti e loop e groove pensati per costituire degli ’insieme aggregati” a cui l’ascoltatore non può e non deve sottrarsi nell’ascolto. C’è nel brano un volontà di coinvolgere il fruitore in un percorso che svolge un processo narrativo, demandando la sonorità del brano, non a quella sfera dell’intellegibile che decompone o ricomporre in qualsivoglia zona del proprio immaginario, un impressione, un visione onirica, ma una scena con precisi contorni geometrici, dove è possibile identificarsi e rapportarsi all’interno dell’esperienza per diverse e soggettive vedute ed interpretazioni e relazionata ad un costrutto, inequivocabilmente, significante nel codice di emittenza.
____________________________________________________________________________
Il brano “ADDITIVA AM E SUSSURRI VARI (Kyrie Eleison)” è un’esperienza estetica che usa una miscela di tecniche di sintesi per generare oggetti sonori, che producono con la loro espressività performativa, attraverso un sostanziale pianissimo, una atmosfera sonora che sembra descrivere il lento divenire della realtà circostante, un clima quasi crepuscolare in una dimensione forse onirica di un vissuto precipuo. Il testo usato è quello della preghiera cristiana che, in questa composizione, incanala le nostre eventuali invocazioni per un possibile perdono dalle innumerevoli colpe commesse nella promiscuità dell’esistenza umana. Il brano si compone di due algoritmi che ricalcano la tecnica additiva con rapporti di frequenza in continuo mutamento, generando delle fasce sonore sobrie e sanguinolente. Un algoritmo di un AM indirizzata ad una linea di ritardo, che si realizza con due filtri all pass in serie. Le varie escursioni degli eventi (entrate e le uscite) sono generati dall’instradamento degli algoritmi verso sequenze temporali e sequenze di panning create per muovere gli oggetti introdotti.